Scritto il 16 Set 2024
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OPERAZIONI INFRAGRUPPO NAZIONALI: TOLLERANZA ZERO DALLA CASSAZIONE

Anche senza danno fiscale, i gruppi devono rispettare le regole sull’inerenza e sulla prova.

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Il Fisco può attaccare i gruppi di imprese anche per comportamenti che non comportano un danno diretto all’erario.

La Corte di Cassazione (con l’ordinanza n. 17433/2024) ha stabilito che l’addebito di costi tra società incluse nel medesimo consolidato fiscale è inammissibile se non adeguatamente giustificato, anche quando non incide sul reddito imponibile complessivo del gruppo.

Il caso riguardava una controversia tra l’Agenzia delle Entrate e una società, alla quale l’Agenzia aveva contestato costi per consulenze infragruppo non sufficientemente documentate.

La Commissione Tributaria Regionale aveva ritenuto che, non modificandosi il reddito consolidato, non vi fosse interesse per l’Amministrazione a contestare tali operazioni. Tuttavia, la Cassazione ha annullato questa decisione, sostenendo che, secondo le norme fiscali italiane, la traslazione di oneri tra società del gruppo è vietata, anche in assenza di impatto sull’imponibile complessivo.

Nonostante la decisione possa sembrare in contrasto con il senso comune e la percezione di giustizia del cittadino medio, è opportuno che i gruppi di imprese documentino con rigore la congruità degli addebiti infragruppo. Il consolidato fiscale, infatti, non esenta le singole società dall’obbligo di rispettare le regole sull’inerenza e la prova.

La pronuncia della Cassazione crea un’area di rischio fiscale per i gruppi di imprese: anche se il risultato complessivo non cambia, ogni transazione infragruppo, ancorché tutta realizzata in Italia, deve essere giustificata e documentata in modo trasparente, altrimenti l’Amministrazione finanziaria può intervenire per disconoscere i costi dedotti, senza detassare i corrispondenti ricavi.

La decisione potrebbe avere l’effetto di estendere alle transazioni infragruppo nazionali le logiche del transfer pricing, alle quali da tempo sono abituati i gruppi multinazionali.

 

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Christian Penso