Scritto il 07 Nov 2025
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RIMBORSI PARZIALI? ORA DIVENTANO DEFINITIVI (E IL CREDITO LO INCASSA LO STATO)

Succede spesso: un’impresa che ha maturato un credito verso l’erario riceve un rimborso solo parziale.
A volte mancano gli interessi, a volte addirittura una parte del capitale.
E nella confusione burocratica si tende a pensare che il resto “arriverà più avanti”.

Ora la Cassazione, con l’ordinanza n. 20932/2025, ha deciso che no, non arriverà affatto: se il rimborso è parziale, la parte mancante si considera definitivamente negata.
E se il contribuente non si attiva entro sessanta giorni per impugnare, quel credito – che era suo – diventa un incasso dello Stato.

La vicenda nasce da un caso tutt’altro che raro: un contribuente, dopo aver vinto in giudizio contro due avvisi di accertamento, aveva chiesto la restituzione delle somme versate.
L’amministrazione gli aveva riconosciuto solo una parte, lasciando il resto sospeso.
Lui aveva presentato una nuova istanza, pensando che fosse solo una svista.
Invece, la Cassazione ha stabilito che quel “rimborso parziale”, arrivato monco senza tante spiegazioni, era già una decisione definitiva, e che la nuova domanda non riapre i termini ma vale solo come richiesta di autotutela, cioè una cortese preghiera priva di effetti giuridici.

Il principio, spiega la Corte, serve a “dare certezza ai rapporti giuridici” e a evitare manovre dilatorie.
Peccato che, nella pratica, aggiunga un altro ostacolo alle imprese che attendono di essere rimborsate di quanto dovuto.
Chi riceve un rimborso incompleto ha due sole strade:

  • o accetta in silenzio il sopruso,
  • oppure, entro sessanta giorni dalla comunicazione, presenta ricorso alla giustizia tributaria, con tutti i costi e le incognite che ne derivano.

Se non lo fa in tempo, la parte residua del credito “si estingue”. Tradotto: lo Stato trattiene la differenza, senza dover neppure motivare.

In sostanza, se il rimborso arriva a metà, non è una promessa: è un implicito verdetto.

Dal punto di vista pratico, il messaggio è chiaro:

  • quando ricevete un rimborso fiscale, controllate subito che l’importo sia completo, capitale e interessi inclusi;
  • se qualcosa manca, informate immediatamente il vostro dottore commercialista, perché da quel momento scatta il termine di sessanta giorni per impugnare.

Christian Penso