Scritto il 03 Feb 2023
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Nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza: OCCORRE UN APPROCCIO GRADUALE E NON INVASIVO ALLA REALIZZAZIONE DEGLI “ADEGUATI ASSETTI ORGANIZZATIVI”

La legge prevede nuovi obblighi che creano preoccupazioni alle imprese, del tutto comprensibili, ma esistono soluzioni a basso impatto.


 

Dal 2019 il Codice civile (all’art. 2086, secondo comma) stabilisce che l’organo amministrativo della società ha il dovere di “istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

Fino ad oggi non sembrano molte le società che si sono adeguate al nuovo obbligo, e viene da domandarsi quali siano i motivi di questa resistenza.

Anzitutto si può scommettere che nessun esperto di marketing avrebbe provato a “vendere” agli imprenditori un nuovo obbligo descrivendolo in modo così poco intuitivo. Cos’è un “assetto organizzativo, amministrativo e contabile”? Si potrebbe forse tradurre così la norma in linguaggio comune: “Gli amministratori devono dare alla loro società una organizzazione aziendale, amministrativa e contabile adatta all’attività e alle dimensioni dell’impresa, che sia capace, tra l’altro, di far emergere tempestivamente eventuali segnali di crisi. Se questi si manifestano, devono immediatamente adottare uno dei rimedi previsti dalla legge per superarla”.

Un secondo possibile motivo, più sostanziale, che può spiegare la resistenza all’adeguamento alle nuove norme è la complessità delle soluzioni che vengono proposte dal mondo della consulenza, che può disincentivare soprattutto le PMI. L’imprenditore è poco disponibile ad avventurarsi nella costosa costruzione di un sistema integrato di risk management e controllo di gestione solo per obbligo normativo, se non ne sente la necessità per il proprio business.

Collegato al secondo è il terzo motivo: l’aspettativa di dover gravare la propria struttura con adempimenti che assorbono il tempo dei collaboratori per finalità non chiare, che non sono percepite come utili.

L’ultimo probabile motivo è l’apparente cambio di abitudini che la norma sembra richiedere: l’aggiunta all’approccio contabile agli aspetti amministrativi, che privilegia l’elaborazione di dati sul passato, di un approccio prospettico, che richiede di occuparsi anche di previsioni.

In realtà, molte PMI possiedono già la maggior parte delle risorse, degli strumenti e delle informazioni che occorrono per monitorare il rischio della crisi, e spesso si tratta solo di integrare quel che si fa abitualmente in azienda, elaborando informazioni e previsioni che già si fanno, per registrare con maggiore accuratezza alcuni dati che già esistono, e per formalizzare ed esplicitare ragionamenti che gli amministratori di una società sviluppano quotidianamente. Ogni imprenditore certamente si chiede sempre, e sa darsi la risposta, se sarà in grado di sostenere tutti gli impegni finanziari dell’orizzonte temporale visibile.

L’approccio al tema degli “adeguati assetti”, secondo noi, deve essere graduale, deve partire da quel che c’è in azienda, per aggiungere, senza appesantimenti eccessivi, ciò che manca al pieno rispetto della norma.

Il percorso può essere coperto a tappe, e c’è da scommettere che, a cose fatte, nessun imprenditore vorrà più rinunciare ad alcuni semplici strumenti che lo aiutino ad gestire per tempo eventuali squilibri e ad affrontare il tema della sostenibilità nel tempo dei debiti.

L’unica certezza è che le società, soprattutto quelle dotate di organo di controllo o di revisore legale, non possono stare ferme.

Il nostro Studio ha sviluppato un programma flessibile di adeguamento alle prescrizioni di legge sulla prevenzione e rilevazione della crisi di impresa.

Se siete interessati a capire come mettere in regola la vostra azienda rispetto a quanto chiede il Codice della Crisi e dell’Insolvenza, Contattateci per un consulto senza impegno!

Christian Penso