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SUPERBONUS 110%: DAVVERO GUADAGNEREMO ESEGUENDO LAVORI SUI NOSTRI IMMOBILI?
Il Fisco si è spesso dimostrato avaro. La proposta di quest’anno è troppo bella per essere vera?
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Il Decreto Rilancio (convertito con Legge 17.07.2020, n. 77) ha istituito un “Superbonus” consistente nella detrazione del 110% per le spese sostenute dal 1.07.2020 al 31.12.2021 per specifici interventi riguardanti l’efficienza energetica degli edifici, la loro sicurezza antisismica, l’installazione di impianti fotovoltaici, nonché le infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Si tratta di una delle misure di punta adottate dal nostro Paese per contrastare il colossale shock economico inflitto dal Corona virus.
Non vogliamo affrontare qui i molti dettagli tecnici dell’agevolazione, quanto piuttosto chiederci, visto che il Fisco che conosciamo non si è mai distinto per generosità, se tutto questo sia troppo bello per essere vero, cioè se effettivamente lo Stato ci consentirà di realizzare importanti interventi edilizi senza sborsare un Euro, anzi guadagnandoci anche il 10%.
Ricordiamo anzitutto che il Decreto ha anche dato la possibilità di scegliere, invece della detrazione in cinque anni nella dichiarazione dei redditi, un contributo anticipato sotto forma di sconto dal fornitore dei beni o servizi (cd. “sconto in fattura”) o, in alternativa, la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante.
Facciamo dunque tutto quel che vogliamo senza sborsare un quattrino?
In realtà occorrerà rispettare numerosi “paletti” stabiliti dal Decreto per scongiurare abusi, infatti sono previsti numerosi adempimenti e misure di prevenzione (in aggiunta agli adempimenti ordinariamente previsti per le detrazioni similari).
In particolare, il contribuente deve ottenere:
– una attestazione o asseverazione da parte dei tecnici abilitati al rilascio delle certificazioni energetiche o da parte dei professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori, ecc. che certifichi non solo il rispetto dei requisiti tecnici necessari ai fini delle agevolazioni fiscali, ma anche la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati;
– il “visto di conformità” dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta, rilasciato dal proprio commercialista.
Fatto questo, lo Stato pagherà davvero i lavori edilizi sui nostri immobili gratificandoci, per di più, con un premio del 10%?
Ebbene è così, perché i contribuenti che intendessero recuperare nella propria dichiarazione dei redditi la detrazione fiscale, avendo imposte sufficienti a scontarla, in 5 anni si vedrebbero “rimborsare” sotto forma di minori imposte da pagare, il 110% della spesa per lavori eseguiti. Non si tratterebbe di un rimborso immediato, ma dilazionato in 5 anni, di fatto con gli interessi.
Questa prima soluzione, pur essendo attraente, è però meno immediata rispetto all’ipotesi di cedere il beneficio all’impresa che esegue i lavori (se sarà d’accordo) la quale potrà riconoscere uno sconto integrale, o quasi, in fattura: in questo caso davvero non occorrerebbe sborsare nulla, e i lavori sarebbero sostanzialmente gratuiti.
Infine si può scegliere la cessione del credito del 110% a favore delle banche o altri intermediari finanziari, che chiederanno ovviamente un compenso (sotto forma di oneri bancari o interessi) che andrà a ridurre (in misura ragionevole, si spera) il vantaggio ottenibile.
L’agevolazione è davvero molto interessante, anche se occorrerà essere molto precisi e minuziosi nel rispettare le numerose prescrizioni normative finalizzate a regolamentare in modo attento l’utilizzo.
Il nostro Studio aiuta in questo tutti i propri clienti, ed è in grado di fornire il visto di conformità.
Christian Penso