Scritto il 22 Mag 2019
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SANATORIA DELLE VIOLAZIONI FORMALI: UN INUTILE OBOLO

Mai servita nelle edizioni passate, questa volta è anche più difficile usufruirne.

Il prossimo 31.05.2019 scadrà il termine per aderire, con un piccolo obolo di 200€ per annualità, alla sanatoria degli errori e delle irregolarità formali commessi sino al 24.10.2018.

La sanatoria riguarda le violazioni che non hanno riflesso sulla base imponibile o sul versamento delle imposte sui redditi, IVA e IRAP e sul pagamento di tributi.

Si tratta, tendenzialmente, di quelle violazioni per le quali il legislatore ha previsto sanzioni amministrative pecuniarie entro limiti minimi e massimi o in misura fissa, non essendoci un omesso, tardivo o errato versamento di un tributo sul quale riproporzionare la sanzione.

La sanatoria non è certamente di interesse per le “violazioni meramente formali”, che non sono mai sanzionabili, non incidendo nemmeno sull’attività di controllo fiscale.

In passato il legislatore aveva già proposto qualche sanatoria analoga, ma si trattava sostanzialmente di un “lasciapassare” a costo fisso che copriva forfetariamente le eventuali violazioni che venissero riscontrate in un momento successivo.

Nella nostra esperienza nessuno ne ha mai fatto uso.

Il Fisco difficilmente contesta violazioni “formali”: quando entra in azione vuole sempre incassare maggiori imposte.

Insomma le edizioni precedenti sono state come polizze assicurative poco costose, ma mai utilizzate.

Questa volta l’appeal è ancora più basso.

Infatti la definizione si  perfeziona, oltre che con il pagamento, anche con la rimozione della violazione.

In altre parole è un parente stretto del “ravvedimento operoso”.

Se la violazione non è nota, non è sanata.

Ma se è nota, il contribuente ha già scelto: o ha già fatto ravvedimento, tendenzialmente poco costoso per le violazioni formali, o ha deciso di lasciar correre.

L’Agenzia specifica però (Circ. 11E/2019) che la rimozione può non avvenire solo quando sussistono “giustificati motivi”.

L’esperienza maturata in molti anni di professione ci fa dubitare che verrà mai riconosciuto dal Fisco un “giustificato motivo”.

Ci viene in mente solo qualche adempimento telematico, quali quelli delle holding, che oggi possa essere bloccato dai sistemi dell’Agenzia in quanto fuori termine.

Morale: ai contribuenti conviene risparmiarsi l’ennesimo inutile obolo.

Christian Penso