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IL TUO PRESTITO FORZOSO VIENE CHIAMATO LOTTA ALL’EVASIONE
Propaganda e brutta sorpresa per i contribuenti onesti nelle anticipazioni sulla prossima manovra fiscale.
La retorica della “lotta all’evasione” colpisce ancora chi evasore non è: i contribuenti che vantano crediti per imposte.
Lo Stato intende, giustamente, colpire chi froda l’Erario (cioè froda noi tutti), compensando crediti di imposta inesistenti con imposte vere, in modo da non versare il dovuto.
Dalle anticipazioni del decreto fiscale collegato alla manovra 2020 emerge quindi l’ipotesi di differire la compensazione dei crediti IRPEF, IRES e IRAP, ora possibile dall’inizio dell’anno, fino a dopo la presentazione delle dichiarazioni, cioè all’autunno (per la parte eccedente 5.000 euro).
Il rimedio, comprensibile nei fini, si trasformerà però in un prestito forzoso a carico del settore privato dell’economia, costretto a lasciare per mesi i propri quattrini allo Stato, senza interessi.
È evidente che la lotta all’evasione condotta in questo modo comporterà sì un aumento di gettito, ma questo in gran parte non avverrà a spese degli evasori, bensì di alcuni fortunati onesti scelti senza logica apparente (il mero essere a credito) per avere il privilegio di finanziare l’Erario più degli altri.
Aggiungere limiti e divieti, in questo Paese che ne ha già troppissimi, è una scorciatoia veloce rispetto alla vera caccia a chi guadagna sull’evasione.
Christian Penso