Scritto il 07 Dic 2022
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Utili di spa, srl e sapa fino al 2017: RISERVE VECCHIO REGIME: NON OCCORRE IL BONIFICO A SAN SILVESTRO

Il Fisco rilegge meglio le norme, ma mette in guardia contro la tentazione di operazioni simulate.


L’Agenzia delle entrate ha scritto una nuova pagina, probabilmente l’ultima, sulla discussa vicenda delle distribuzioni delle riserve di utili formate fino al 2017.

Il riassunto delle puntate precedenti è questo: fino al 31 dicembre 2017 i dividendi distribuiti da SRL, SPA e SAPA ai soci persone fisiche qualificati (essenzialmente quelli con partecipazioni almeno pari al 20%) entravano, in percentuale ridotta, nel reddito personale soggetto ad IRPEF. Dopo quella data il regime è cambiato, e tutti i dividendi distribuiti alle persone fisiche scontano una tassazione fissa al 26%. Il nuovo regime è solitamente più oneroso del vecchio, e per questo fu previsto per legge un periodo transitorio: alle distribuzioni di utili derivanti da partecipazioni qualificate in società soggette all’IRES, prodotti fino al 31 dicembre 2017, ma deliberati fino al 31 dicembre 2022, continuano ad applicarsi le vecchie disposizioni.

L’Agenzia delle entrate, però, aveva aggiunto una condizione non prevista dalla legge: per beneficiare del vecchio regime non occorre solo la delibera, ma anche la materiale distribuzione degli utili (Risposta ad interpello 454/2022).

Sono seguite vivaci discussioni tra gli esperti, e una corsa alla distribuzione delle vecchie riserve entro il 2022.

Ora l’Agenzia fa retromarcia e si allinea a quanto previsto dalla legge: conta la delibera e non l’effettivo pagamento (Principio di diritto n. 3/2022).

Però precisa subito che le situazioni patologiche non saranno accettate, e si riserva di contestare eventuali simulazioni, come ad esempio il caso di delibere accompagnate dalla successiva re-immissione dei fondi nella stessa società, oppure quello in cui si prevedono condizioni di pagamento con “termini ultrannuali”.

In altre parole il finanziamento soci successivo alla distribuzione o il pagamento dei dividendi in comode rate annuali creeranno problemi.

Per una volta il Fisco azzeccagarbugli ha lasciato il passo al Fisco che guarda alla sostanza. Quando non eccede in questo, inventandosi il diritto di “riqualificare” operazioni sane per leggervi ogni nefandezza, va anche bene.

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Christian Penso